Privacy by Design e by Default: guida pratica per applicare i principi del GDPR in azienda

Un nuovo modo di intendere la privacy

Negli ultimi anni la protezione dei dati personali è diventata una priorità strategica per aziende, enti pubblici e professionisti. Il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) ha introdotto un cambio di paradigma radicale: la privacy non è più un insieme di adempimenti burocratici, ma un principio di progettazione.

Questo cambio di prospettiva si riassume in due concetti chiave: Privacy by Design e Privacy by Default.
Sono due espressioni centrali dell’articolo 25 del GDPR e rappresentano l’essenza dell’approccio moderno alla protezione dei dati: prevenire invece di correggere.

Cosa significa Privacy by Design

Il principio di Privacy by Design implica che la tutela dei dati personali deve essere integrata fin dall’inizio nella progettazione di ogni sistema, processo o servizio che prevede il trattamento di dati.

In altre parole, la protezione dei dati non deve essere “aggiunta dopo” come un accessorio o un modulo di sicurezza, ma deve far parte della struttura stessa del progetto.

Esempi pratici di Privacy by Design:

  • Nella progettazione di un software o di una app, prevedere fin dall’inizio meccanismi di cifratura, autenticazione e controllo accessi.
  • Nella realizzazione di un sito web aziendale, impostare moduli di consenso chiari e granulati per le varie finalità di trattamento.
  • Nel disegno di un processo HR, raccogliere solo le informazioni strettamente necessarie alla selezione o gestione del personale.

Questo approccio serve a ridurre i rischi di violazione (data breach), minimizzare i costi futuri di adeguamento e garantire una gestione dei dati coerente con il principio di accountability, cioè la responsabilità proattiva del titolare.

Cosa significa Privacy by Default

Il principio di Privacy by Default (protezione dei dati “per impostazione predefinita”) è complementare al precedente e si concentra sulle configurazioni iniziali di qualsiasi sistema o servizio.

Significa che, di default, il trattamento dei dati deve essere impostato sul livello massimo di tutela possibile, senza richiedere interventi attivi da parte dell’utente.

Alcuni esempi:

  • Un social network che, al momento della registrazione, imposta la visibilità del profilo come privata e lascia all’utente la possibilità di renderla pubblica solo se lo desidera.
  • Un gestionale aziendale che consente l’accesso ai dati solo a ruoli specifici, senza abilitazioni generiche.
  • Un modulo di iscrizione online che non seleziona automaticamente caselle di consenso non obbligatorie.

Applicare il Privacy by Default significa garantire che solo i dati necessari vengano raccolti, elaborati e conservati, secondo i principi di minimizzazione e limitazione della finalità.

Il valore strategico dei principi di Privacy by Design e by Default

Molte organizzazioni vedono ancora la privacy come un vincolo o un obbligo da rispettare “per evitare sanzioni”. In realtà, adottare questi due principi rappresenta una vera opportunità strategica.

Ecco perché:

  1. Riduce il rischio di sanzioni e violazioni.
    Progettare correttamente i processi significa anticipare criticità che potrebbero generare data breach o comportamenti non conformi.
  2. 💡 Aumenta la fiducia di clienti e utenti.
    La trasparenza e la tutela dei dati generano un vantaggio competitivo: le persone si fidano di chi gestisce i loro dati in modo chiaro e sicuro.
  3. 🧭 Rende più efficiente la governance aziendale.
    Un approccio “by design” permette di avere procedure più chiare, ruoli definiti e processi di audit più semplici da gestire.
  4. 🌱 Rafforza la reputazione e la sostenibilità etica.
    Le aziende che mettono al centro la tutela dei dati comunicano valori di responsabilità, rispetto e attenzione verso le persone.

Come applicare concretamente i principi in azienda

Adottare Privacy by Design e Privacy by Default non richiede necessariamente strumenti complessi o investimenti enormi. Si tratta piuttosto di un modo di pensare e progettare i processi.

Ecco alcuni passi concreti per iniziare:

1. Mappare i trattamenti di dati personali

Identificare tutti i flussi di dati interni ed esterni (chi raccoglie cosa, dove vengono conservati, chi li usa). È la base per capire dove inserire misure di protezione.

2. Coinvolgere il DPO e il team IT fin dall’inizio

Ogni nuovo progetto digitale o gestionale dovrebbe essere sviluppato con la supervisione del Responsabile della Protezione dei Dati (DPO) e del reparto tecnico, per assicurare coerenza tra esigenze operative e conformità normativa.

3. Applicare il principio di minimizzazione

Raccogli solo le informazioni realmente necessarie per la finalità dichiarata.
Evita moduli “onnicomprensivi” e prediligi processi snelli, chiari e verificabili.

4. Valutare i rischi e, se necessario, condurre una DPIA

La Data Protection Impact Assessment (DPIA) è lo strumento operativo per valutare i rischi dei trattamenti più sensibili e definire le misure di mitigazione.

5. Verificare le impostazioni predefinite

Controlla regolarmente che i software, le app e i moduli di raccolta dati siano configurati per impostazione predefinita secondo criteri di sicurezza e limitazione dell’accesso.

6. Formare il personale

La formazione è l’elemento più importante: anche il sistema più sicuro può diventare vulnerabile se chi lo utilizza non è consapevole delle buone pratiche di protezione dei dati.

Il legame con la responsabilità proattiva (accountability)

Uno degli elementi cardine del GDPR è la responsabilità proattiva: le aziende devono non solo rispettare le norme, ma anche dimostrare di averle integrate nei processi.
Privacy by Design e by Default sono strumenti perfetti per raggiungere questo obiettivo: rendono visibile la coerenza tra valori, procedure e risultati.

Le sfide più comuni (e come superarle)

Molte organizzazioni si trovano in difficoltà per tre motivi principali:

  1. Scarsa integrazione tra uffici legali e IT.
    Serve creare un linguaggio comune e processi condivisi.
  2. Mancanza di formazione interna.
    Il personale spesso non sa riconoscere i trattamenti a rischio.
  3. Approccio reattivo anziché preventivo.
    Intervenire “dopo” un problema costa sempre di più che prevenire “prima”.

Superare queste sfide significa trasformare la privacy da obbligo a valore aziendale.

Progettare con la privacy al centro

La protezione dei dati non è più un compito dei soli consulenti legali, ma un principio che riguarda tutti i livelli dell’organizzazione: management, IT, risorse umane e marketing.
Integrare la privacy nei processi significa costruire organizzazioni più etiche, trasparenti e sostenibili nel tempo.

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