L’intelligenza emotiva sta assumendo negli ultimi anni molta importanza. 

A scuola, sta emergendo la necessità di educare i bambini e gli adolescenti alla “gestione delle emozioni”.

Spesso infatti, bambini e adolescenti, non sono preparati a gestire quello che sentono, le proprie emozioni appunto. Ecco perchè la scuola, dovrebbe “insegnare” come riconoscere le emozioni che si stanno vivendo (positive e negative), per far si che queste possano essere gestite nei migliori dei modi. 

L’obiettivo dell’educazione emotiva è quello di aiutare i ragazzi a rapportarsi con gli altri e con sé stessi in maniera più naturale, empatica e positiva. 

Insegnare l’intelligenza emotiva, significa educare ad atteggiamenti proattivi e positivi, affinchè i ragazzi possano risolvere al meglio qualsiasi tipo di problema o situazione, sviluppando doti motivazionali, di autocontrollo e altre abilità sociali.  

Sei interessata/o a sapere di più su questo argomento? 

Noi di EBS Corsi Online, abbiamo realizzato per te un corso eLearning su Come insegnare l’intelligenza emotiva a scuola. Il corso online è rivolto a educatori, assistenti scolastici e insegnanti, per migliorare le proprie competenze nel lavoro di sviluppo dell’intelligenza emotiva nei propri studenti.  

Inoltre, il corso online, può essere frequentato anche da genitori e a chiunque voglia approfondire o acquisire le conoscenze fondamentali sull’intelligenza emotiva. 

L’obiettivo del corso elearning, è quello di acquisire competenze tecniche e pratiche che aiuteranno i bambini e gli adolescenti a riconoscere le proprie emozioni e a svilupparle in maniera positiva, oltre che accompagnarli nel percorso di crescita verso l’età adulta.  

Come è cambiata la società?

Da qualche decennio, stiamo assistendo ad alcuni cambiamenti sociali molto importanti. 

Le nuove generazioni crescono sempre più spesso in un mondo sempre più connesso con le tecnologie, e spesso da un ambiente meno “affettivo”, rispetto al passato. 

Gli adulti sono sempre troppo occupati con il lavoro e le famiglie sono piccoli nuclei formate da pochi componenti.  

Anche i legami con i familiari e con gli amici sono cambiati, sempre più coppie si dividono e le amicizie importanti, basate sul rispetto e fiducia, sono pochissime o rare. 

In uno scenario di crescita come questo di oggi, bambini e gli adolescenti possono rischiare di sviluppare alcuni disagi, soprattutto quando sono costretti a crescere senza, o con pochi legami affettivi e non abbastanza preparati a come gestire e rapportarsi con la propria sfera emotiva.  

Infatti, sin dagli inizi degli anni ‘90, molti studiosi (soprattutto statunitensi) hanno evidenziato la necessità di recuperare gli aspetti della vita umana che riguardano le sfere affettive e relazionali ed è proprio in questo periodo che è nato il concetto di “intelligenza emotiva”. 

Intelligenza emotiva e neuroni specchio

Fino a qualche decennio fa si pensava che i neuroni specchio si attivassero solo mentre compiamo un’azione, mentre oggi, grazie alle tecnologie di neuroimaging che ci permettono di vedere quali sono le aree del cervello che si attivano durante lo svolgimento di un’azione, sappiamo che i neuroni specchio reagiscono anche quando guardiamo qualcun altro compiere un’azione, soprattutto quando abbiamo un qualche tipo di rapporto affettivo con quella persona. 

Partendo da questa osservazione, sono stati realizzati molti test non invasivi in cui il sistema nervoso centrale del cervello è stato osservato, mentre genitori e figli si rapportavano tra di loro. 

Questi studi, hanno portato a distinguere quali tipi di educazione portano al benessere o quali al disagio, sia dei figli sia dei genitori.  

È stato così possibile osservare che una relazione che si basta su empatia, sintonizzazione, condivisione e regole ben definite e accettate, attiva la zona del cervello dei lobi parietali, ovvero quelli coinvolti nella produzione di neurotrasmettitori quali ossitocina e serotonina che favoriscono stati di calma, felicità e benessere.  

Al contrario, un rapporto tra genitori e figli basato sull’assenza di regole, scarsa comunicazione e condivisione e sulla libertà di poter soddisfare come e quando si vuole un proprio capriccio o istinto, attiva i lobi frontali del cervello e inibisce quelli parietali.  

I lobi frontali sono le zone coinvolte nella produzione di cortisolo, anche chiamato “ormone dello stress”

Questa importante scoperta potrebbe in parte giustificare le problematiche dei bambini e degli adolescenti iperattivi, agitati e ingestibili, poiché sin da piccoli, a causa di un’educazione scarsa e basata su un appagamento immediato degli istinti, possa aver provocato la produzione di più cortisolo rispetto a serotonina e ossitocina. 

Secondo gli esperti, l’educazione emotiva agisce a partire dalla rete neuronale, creando tra i sistemi di neuroni dei collegamenti in grado di mettere un freno alle relazioni e agli istinti distruttivi e negativi. 

Il cervello dei bambini e degli adolescenti, si sviluppa anche grazie alle relazioni d’affetto e ai dialoghi con i genitori, che creano sintonia emotiva, empatia e condivisione di emozioni ed esperienze con i propri figli. 

In conclusione, gli esperti sono fermamente convinti che sostenere l’intelligenza emotiva di bambini e adolescenti, significa aiutarli nel loro sviluppo, promuovendo una sorta di protezione contro i disagi causati dalle situazioni e persone negative e dalla società del Terzo Millennio. 

Educare alla Intelligenza Emotiva significa aiutare i bambini a diventare adulti autonomi, assertivi e dotati di autostima e rispettosi verso gli altri

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